Differentemente dalle solite abitudini, molti dei nostri cani si sono ritrovati tra le zampe i propri padroni molto di più di quanto non fosse prima. Quarantena vuol dire anche questo. Ma come evitare l’ansia da separazione una volta tornati alla “normalità”?
Per rispondere a questo quesito ci sono venuti in aiuto gli addestratori cinofili del centro Quattropiudue: Alessia Scazzuso e Claudio Papa.
In un articolo del loro blog spiegano nel dettaglio questa problematica e la analizzano nel particolare: http://www.quattropiudue.it/il-centro-cinofilo/
Il proprietario spesso però non riconosce i comportamenti che il cane manifesta in sua assenza come segnali di un malessere, interpretandoli troppe volte come “un dispetto”. Tutti conosciamo la leggendaria la frase: “Lui sa che ha sbagliato! Perché quando rientro sparisce e si mette con le orecchie basse sotto il tavolo”.
Queste posture che si notano nel cane, non sono altro che comunicazioni di sottomissione, quasi sempre risultato di punizioni date dal proprietario al momento del rientro, ma sicuramente non frutto di una consapevolezza nell’animale di aver sbagliato.
Sono un po’ più rare, fortunatamente, situazioni in cui il cane entra in uno stato di apatia che persiste per tutto il tempo della separazione. Sono altresì rare, ma non così tanto, attività sostitutive, quali leccamento e mordicchiamento che possono sfociare in situazioni più gravi anche in automutilazioni.
Senza addentrarci troppo in tutte le sfumature che possono esserci dietro le problematiche da separazione, per semplicità le divideremo in due macro gruppi:
- Il cane vive l’ansia per un attaccamento sbagliato e innaturale costruito con la figura di riferimento
- Il cane vive l’ansia perché non sopporta l’essere lasciato da solo a causa di una relazione scorretta costruita con il proprietario
Per evitare che l’ansia sfoci soprattutto nel ritorno alla vita normale post quarantena da coronavirus bisogna iniziare da ora a fare alcuni esercizi.
- Riabituarlo da ora a stare in alcune fasi della giornata da solo, quindi magari in una stanza, oppure, per chi ce l’ha, lasciare lui per un po’ in giardino mentre noi siamo dentro casa a fare le nostre faccende.
- Abituarlo con gradualità, specie se non è solito rimanere da solo in nostra presenza. Quindi dapprima 15’ fino ad arrivare pian piano ad un’ora. La strada più giusta è sempre la gradualità.
- Lasciarlo sempre in una stanza – zona della casa nella quale ha la sua cuccia e la ciotola dell’acqua.
Come vedete sono sicuramente semplici esercizi che però faranno stare il nostro amico meglio dopo. Grazie Alessia e grazie Claudio. Questa la loro pagina Facebook:
https://www.facebook.com/quattropiudueaddestramentocinofilo/